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Sconfiggiamo i tabù del sesso anale e non solo...


Disegno di un gatto grigio con stivali rosa e un arcobaleno
Immagine realizzata da Luigi Kemo

La Gacta si occupa di divulgazione su tematiche inerenti alla comunità LGBTQIA+, è una <<porniglietta>> performer che scrive una newsletter bottom friendly, utilizzando le sue parole. L’ho intervistatə per raccontarvi come nasce la sua iniziativa online, e dei tabù e i pregiudizi rispetto al sesso anale e non solo…


Come nasce il profilo Instagram divulgativo e la newsletter?


E’ nato tutto durante il primo grande lockdown. La maggior parte delle persone era chiusa tra le mura di casa, o in alcuni casi nella la propria stanza. E tuttə trascorrevano un sacco di tempo sui social, instagram, Twitter, tic Tok, ecc.

Sui social, una cosa che ha avuto un'impennata enorme, durante quei mesi è stato il sexting. E lì mi sono resə conto che l’approccio era sempre problematico.

Ricevendo spesso durante quel periodo inviti o approcci vari al sexting o complimenti - se possiamo chiamarli complimenti- mi si è accesa una lampadina e mi sono chiestə, perché le persone mi approcciano in una maniera così poco carina?Anche solo per fare del becero sexting o per scambiarsi delle frasi erotiche per passare il tempo, perché? Ho iniziato, allora, a farmi un sacco di domande e, di conseguenza, ho iniziato a parlare di questi argomenti sui miei canali, compresi i misteri che circondano il sesso anale. Con il tempo, ho visto che le persone cominciavano ad interessarsi e ad interagire con me, facendo domande, chiedendomi opinioni o semplicemente confrontandosi. Poi da un profilo instagram è diventata una newsletter, un gruppo telegram, ed è nata una piccola community di persone curiose in merito al sesso anale e non solo, che io chiamo i miei Gactiny.


Secondo te perché ci sono leggende metropolitane, aloni di mistero, dubbi, incertezze, in merito al sesso anale?


Penso che la grande questione di base sia la mancanza di un’adeguata educazione sessuale, non ci viene insegnato nulla a scuola in merito al sesso, o se accade ruota ancora intorno alle solite tematiche: come evitare una gravidanza, come non prendere l’HIV , come preservare la verginità. Quindi, la maggior parte delle volte, alcune persone pensano e credono, che lo scopo principale del sesso sia quello di procreare. Non c’è tantissima informazione, bisogna cercare nel fantastico mondo dell’internet, da autodidattə. Mancano proprio le basi. Alcune persone pensano ancora che il sesso anale sia una cosa sbagliata, disordinata, sporca, solo per persone omosessuali.E questo non fa altro che aumentare i pregiudizi in merito al sesso anale, non solo nella società cis eteronormata ma anche nella comunità lgbtqia+. Ci sono un sacco di tabù e se ne parla sempre con imbarazzo. Come se fosse qualcosa di strano.





Quali sono state le domande che ti hanno fatto pensare che sia sempre più necessario informare e fare divulgazione?


La maggior parte delle persone mi chiede consigli su come approcciarsi al sesso anale. Desiderano provare,ma non sanno da dove iniziare o hanno paura. Alcunə mi chiedono se è come nei film porno. Si pensa che il sesso anale sia solo penetrazione,ma è anche tanto altro, non c’è solo quello. La zona anale è ricca di terminazioni nervose ed è molto sensibile, questo rende il sesso in quella zona molto piacevole anche al di fuori della penetrazione. Ci si può approcciare anche con un'auto-esplorazione, una vera e propria ricerca del piacere individuale. Non lo si deve fare per forza con i partner o con un’altra persona, si può fare benissimo anche da solə. C’è tantissima stigmatizzazione verso i sex toys, ad esempio, quello che invece potrebbe essere un ottimo approccio iniziale. Non esistono solo dei dildo enormi, alcuni permettono un’esplorazione del piacere graduale. Si dimentica spesso che, a volte, il miglior approccio ad una fantasia, piuttosto che ad un piacere, è l’auto-esplorazione.

Ci sono parecchi limiti,a volte basterebbe davvero poco per superarli.

Una delle maggiori paure è che il sesso anale sia solo doloroso. Se fa male è perché si sta facendo qualcosa che non si dovrebbe fare, il dolore, a meno che non lo si ricerchi, è un campanello d’allarme che il nostro corpo usa per segnalarci che qualcosa non sta andando bene, e basta comunicarlo al partner. Può essere per la posizione, per la mancata lubrificazione o per qualsiasi altro motivo.


A proposito della lubrificazione, lubrificare è molto sexy! Molte persone non hanno idea che si debba usare il lubrificante, l’ano non si lubrifica da solo e se non lubrifichi, in modo da semplificare ciò che stai facendo, diventa complicato e non un’esperienza piacevole appunto. Ti porto l’esempio di una mia cara amica.


Aveva comprato un Toy Anale e mi diceva sempre, “non riesco ad usarlo, perchè troppo grande…ecc”. Giusto qualche settimana fa, mi ha scritto per dirmi che finalmente era riuscita ad usarlo e le era piaciuto tantissimo, mi ha raccontato (La Gacta sorride) “mi sono messa lì, mi sono presa il mio tempo, mi sono presa il mio lubrificante, che ho continuato ad aggiungerne, ed era un po’ come se ci fossi tu, che mi facevi da coach, mi venivano in mente le tue frasi “aggiungi lubrificazione, prenditi una pausa, fai con calma, vedrai che ce la puoi fare, piano piano, prenditi il tuo tempo, prenditi il tuo spazio. Avevo quel toy da mesi e non ero mai riuscita ad usarlo perché mi bloccavo. Un pomeriggio mi sono dedicata al mio piacere, ci ho messo il tempo che ci ho messo e mi è piaciuto alla grande.” E’ andata così perché ha seguito una serie di consigli base per godersi quell’esperienza.


Il sesso anale può anche non piacerti, se non ti piace non sei una brutta persona. Come dicevamo prima, moltə pensano al sesso anale come ad una cosa tra due maschi omosessuali. Spoiler: Il sesso anale non rende gay, tra l’altro il sesso anale non è nemmeno l’unico modo per una persona omosessuale di fare sesso. Non ha nulla a che fare con l’orientamento sessuale di un individuo. Ci sono una sacco di persone eterosessuali che fanno sesso anale, anche ricettivo, è solo sesso.

Ci sono persone a cui può non piacere, e va bene così, lo dice la parola stessa: piacere, ognunə può avere le sue ragioni per decidere di farlo o meno. Ricordiamoci che è sempre il nostro corpo e bisogna fare ciò che ci sentiamo di fare. Se si tratta del sesso anale “let’s try”.


Rispetto all’educazione sessuale, c’è un’enorme preoccupazione degli stati generali, come se non si possa parlare di sesso alle persone più giovani perché altrimenti poi lo fanno. Anche qui SPOILER: lo faranno comunque solo senza le informazioni necessarie per farlo cioè con consapevolezza, imparando le basi importanti, come consenso, comunicazione, rispetto e ricerca del piacere. Una volta, una persona, mi ha chiesto come mai avessi deciso di iniziare a fare le mie rubriche su instagram (La Gacta realizza delle rubriche online in cui parla di sesso anale e di piacere ndr), e la mia risposta è stata, ed e tuttora questa: “perché se 10 anni fa avessi ricevuto in regalo una guida o mi avessere dato dei consigli sul sesso anale, avrei vissuto la consapevolezza della mia identità sessuale e del mio piacere, in maniera molto diversa, mi sarei approcciatə al sesso in maniera più consapevole, più divertente, come dovrebbe essere e avrei vissuto certe situazioni e certi appuntamenti, LOL a cuor leggero.”


Sciogliamo ulteriormente la matassa di pregiudizi e tabù sul sesso anale, ti va?


Ce ne sono tantissimi tra quelli che abbiamo già elencato prima:


  1. Fa solo male : come abbiamo detto prima, se fa male si sta facendo qualcosa che non andrebbe fatto, non voglio dire in maniera sbagliata, perché c’è a chi quella ricerca del dolore.

  2. E’ sporco: ad un certo punto questo questo discorso doveva venir fuori, Clo! Perché comunque è la parte che usiamo per espellere le feci. Può succedere, ma può anche non succedere, se capita, si può anche andare avanti (continuare ndr). Per quanto riguarda quest’aspetto, se in quel momento ti scappa di fare la cacca, significa forse devi fare la cacca non del sesso anale

  3. Che lo facciano solo le persone omosessuali

  4. Che sia una cosa sbagliata. La sola cosa sbagliata è costringerci o costringere un’altra persona a fare qualcosa che non vogliamo o che non vuole fare.


Credo che questi siano i tabù più diffusi.




Cos’è il bottom shaming cos’è e da dove nasce?


Il bottmoshaming è il pregiudizio nei confronti delle persone, specialmente, omosessuali, che svolgono ruolo ricettivo, cioè chei, durante il sesso anale, ricevono la penetrazione. E qui entriamo proprio nella cerchia della comunità LGBTQIA+!C’è un po’ di discriminazione nella comunità arcobaleno: chi riceve sesso anale viene vistə come la parte debole, nel rapporto o nella coppia. Oppure come la parte più “femminile” consideratə inferiorə e talvolta mi viene da fare un po’ questo esempio. Ti domando Clo, <<Quando è stata l’ultima volta che hai sentito una persona riferirsi ad un top (che fa sesso penetrativo, cioè che penetra), in modo dispregiativo?>>


Clo: Mai.


La Gacta: Succede sempre a chi svolge il ruolo ricettivo.


Perché siccome tu sei la parte “dominata”, brutalmente, che lo prende, allora sei la parte più debole, "più femminile". Che poi, non è una novità, perché sottomissione e femminilità sono quelle cose che la società etichetta come simili. Di conseguenza, purtroppo, questo si riversa anche all’interno della comunità lgbtq+, perciò si crea questo gioco di ruolo, per cui chi lo dà è la parte maschile e forte e chi lo prende è la parte femminile e debole. Purtroppo, chi svolge il ruolo ricettivo non ottiene il rispetto che merita. Non soltanto nella vita vera, tra l’altro. C’era stato un caso qualche anno fa, di un porno attore, che aveva fatto questa denuncia tramite Twitter, in cui diceva chiaramente che, all’interno di un film porno omosessuale, chi veniva pagato di meno era chi svolgeva il ruolo ricettivo. Quindi, il passivo all’interno della scena anale, veniva pagato meno di chi svolgeva invice ruolo attivo. Questo è unesempio di bottom shaming, che in italiano potremmo tradurre discriminazione de* passiv*. A volte anche alcuni uomini gay cisgender sono più propensi a dire di essere versatili, cioè che svolgono sia un ruolo che l’altro, piuttosto che ammettere di essere solo bottom, quindi solo passivi, per tutti questi stereotipi che sono associati alle posizioni.


Puoi trovare anche una persona top ha un’espressione di genere più “femminile” o una persona bottom che ha un’espressione di genere più “maschile”, dominante.


Ho sviluppato questo pensiero: a volte si dimentica che chi svolge ruolo ricettivo, come me,lo fa perché gli piace. Se io faccio sesso anale in maniera ricettiva, è perché è il mio modo di provare piacere, di godere! É un modo come un altro per raggiungere l’orgasmo. Alcune persone che lo mettono, dimenticano che non siamo lì per soddisfare la loro voglia, ma anche la nostra. Anche io ho il diritto di godere e di farlo nel modo in cui più mi piace.


Penso che probabilmente tutto ciò tragga le sue origini dal mondo eteronormato, dal fatto che le donne in quanto procreatrici, dovessero fare sesso solo a quello scopo, non per provare piacere, che ne pensi di questo stereotipo? Potrebbe aver condizionato anche la comunità LGBTQIA+secondo tei?


Quando diciamo che gli stereotipi influenzano e condizionano anche noi come comunità rainbow è per questo, noi non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma in realtà sono tutte cose che interiorizziamo e si sfogano anche nel modo in cui veniamo approcciatə su una dating app, ad esempio.


Disegno di una persona con occhiali da vista rosa, barba e tatuaggio con dinosauro rosa, sfondo rosa
Immagine realizzata da © Elleci


A proposito di dating app, si indica quali siano le proprie preferenze?


Si di solito si indica, diciamo che si può scegliere di indicarlo oppure no. Quando le usavo, aveva senso,per me, perché principalmente le usavo per sesso occasionale ,quindi lo indicavo. Era per limitare la cerchia, perché se una persona mi scriveva, non per andare a bere un cocktail insieme, ma per fare sesso, mi aiutava sapere che c’era “trippa per cazzi” (ride). Però, purtroppo, anche questo dava adito a del bottom shaming, cioè scrivere le peggio cose senza ritegno.

Ci sono dei pro e dei contro, o ti fai andare bene quel modo di relazionarsi da sesso occasionale tramite app, quindi ci riesci a passare sopra oppure non le usi più e via. Perché poi anche lì, una volta che lo indichi si innesca automaticamente quell’interiorizzazione che dicevamo prima, cioè della persona omosessuale ricettiva, quindi femminile, quindi più debole, quindi sottomessa. E’ un attimo, quindi devi metterti il cuore in pace che queste cose possono succedere.


Da dove nasce la necessità e da dove è nata l’idea di creare l’almanacco LGBTQIA+? Cosa hai tratto da quest’esperienza?

L’idea è nata completamente a caso, in realtà. Durante il mese di Ottobre negli USA e in vari stati, è il mese della storia LGBTQIA+ cosa che in Italia non abbiamo mai avuto, anzi,che abbiamo da quest’anno. Durante Ottobre, negli USA, si fa molta informazione sulla storia LGBTQIA+, cosa che, come l’educazione sessuale, in Italia non viene mai fatta, a scuola. Una volta, quindi, mi sono ritrovatə a pensare che esistono tante giornate di commemorazione che molte persone, anche della nostra comunità, non conoscono. Siamo sempre alla ricerca di una giusta rappresentazione e ci sono tanti modelli di persone lgbt+ nella storia politica, economica, nell’arte, nel cinema, da cui possiamo trarre ispirazione e da cui magari si potrebbero scardinare alcuni stereotipi. Come la donna che si identifica come lesbica che diventa primo ministro in un paese. Come anche la cultura cinematografica, molte persone non sanno che ci sono tantissimi film lgbtqia+, non solo legati alle piattaforme di streaming di adesso. Con i loro pro e i loro contro. Ad esempio, Sean Penn vinse il premio Oscar, per aver interpretato Harvey Milk, un personaggio politico degli anni 70, nel film di Gus Van Sant. La prima volta che andrò in onda negli anni ’90 The L World. Erano le prime rappresentazioni che si avevano in quegli anni. Ad esempio, ho fatto un reel sul primo bacio tra Tara e Willow (Buffy The Vampire Slayer ndr), in America era il 2001, in Italia è arrivato nel 2003. Ed è stato, con tutti i pro e i contro che quella rappresentazione può aver avuto negli anni ’90, un bacio normalizzato di due donne, in un momento, tra l’altro, molto forte. In quella puntata di Buffy era morta la madre della protagonista. Ricordo che la puntata, in Italia, era andata in onda al pomeriggio, la scena era stata tagliata. Solo nella puntata messa in onda in fascia notturna la scena veniva trasmessa in modo integrale.




Intervista di Clotilde Petrosino



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