Drag King History: il primo sito a raccontare la storia del movimento Drag King nel mondo
Quest’intervista è stata realizzata nel 2019, sarà pubblicata sul libro “The Queer Talks”, a cui stiamo lavorando, per restare aggiornatƏ iscriviti alla nostra newsletter cliccando qui
Come ti chiami e da dove vieni?
Mi chiamo Bradley, il mio nome cinese è Yuankuo, ho 26 anni e adesso vivo a Roma. Ma sono nato e cresciuto in Cina.
Quando hai capito di essere gay?
Quando ero adolescente, gli altri ragazzi parlavano di ragazze, guardavano porno, io invece ho scoperto che mi piacevano più gli uomini che le donne. Così ho capito di essere diverso dagli altri, mi piacevano i ragazzi. Quando avevo 17 anni ho avuto il primo fidanzato, Yun Fei, di cui ancora sento la mancanza.
Qual è stata l’esperienza discriminatoria più dolorosa per te?
A dire il vero, non lo ricordo chiaramente. Penso di non aver mai avuto un’esperienza simile a causa della mia omosessualità. Mi sono trovato in situazioni imbarazzanti, ma sono una persona forte e di solito metto subito in chiaro di essere gay e che nessuno può giudicarmi. Nonostante ciò, quando andavo alle medie, odiavo che gli altri bambini mi chiamassero femminuccia, non sapevo come rispondere, purtroppo.
"Quattro anni fa, ho fatto coming out.. La mia famiglia spera ancora che io possa cambiare"
Cosa ti piace di te e cosa invece vorresti cambiare?
Prima di tutto, sono una persona indipendente e sono molto sicuro di me. Sono caratteristiche fondamentali per il mio lavoro. Sono una persona gentile e buona, non ho mai fatto del male agli altri e posso sempre contare sul fatto che so trovare del buono nelle persone e cerco sempre di metterle a loro agio. Mi piace ridere, rido molto e mi aiuta a farmi nuovi amici, facilmente. Se potessi scegliere cosa cambiare di me, vorrei essere più deciso.
Hai un tatuaggio particolare, qual è il suo significato e quando hai deciso di farlo?
Com’è vivere in Cina ed essere gay? E in Italia?
Non sento tanta differenza. Ma, personalmente, preferisco i ragazzi europei e americani. Nelle grandi città, in Cina, non è un problema essere gay. Il governo mantiene un atteggiamento del “non supportare, non impedire”. Negli ultimi anni, però, i leader sono diventati sempre più conservatori. E con questo non sono d’accordo. In ogni caso, le persone gay sono più soggette a pressioni in famiglia. In Cina, soprattutto le famiglie che praticano il confucianesimo, sono molto influenzate da una cultura antica. Quindi non è facile fare coming out in famiglia e in società.
"In Cina, soprattutto le famiglie che praticano il confucianesimo, sono molto influenzate da una cultura antica. "
La tua famiglia sa che sei gay? Cosa ne pensano?
Quattro anni fa, ho fatto coming out con mia madre e mia sorella. E’ stato un momento molto difficile, perché non volevano accettarlo. Il nostro rapporto è migliorato solo dopo 6 mesi. Abbiamo un rapporto molto stretto, ma mia madre ancora spera che io possa darle un nipote e una nuora. Questo è il problema. La mia famiglia spera ancora che io possa cambiare.
Instervista e Foto a cura di Clotilde Petrosino
Proofreading di Verdiana Nobile